SCIENZA – Vertigini di natura cardiologica e/o neurovegetative per patologie neurologiche e psichiatriche


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Dott.ssa Carolina Vitale,
Dott. Giuseppe Arcidiacono,
Dott. Domingo Castelli

U.O. Cardiologia

Arnas  Garibaldi, Catania

 

  • Numerose patologie cardiache hanno come sintomo le vertigini, seppur spesso la diagnostica cardiaca risulta negativa.
    La vertigine è una delle causa di caduta e disabilità specie nella popolazione di età superiore a 60 anni.
    Casi clinici
    Vengono qui riportati due casi clinici in cui la vertigine viene considerata espressione di altre patologie neurologiche e psichiatriche.
  • La vertigine è dunque un epifenomeno di patologia cardiaca la cui diagnosi non è sempre facile.
    Parole chiave
    vertigine, sincope, lipotimie, loop-recorder, peacemaker.

 

  • Sensazione di rotazione della/nella testa e/o del corpo, la vertigine è associata frequentemente a disturbi neurovegetativi.
    É spesso caratterizzata dal senso di disorientamento nello spazio, con l’illusione di un falso movimento di sé (vertigine soggettiva) o dell’ambiente circostante (vertigine oggettiva).
    Il disequilibrio al contrario, è una sensazione di instabilità, insicurezza, insoddisfacente controllo della stazione eretta o della marcia, di scorretta relazione con l’accelerazione gravitazionale e si differenzia dalla vertigine per l’assenza della caratteristica sensazione di ‘‘rotazione’’.
    Il capogiro è un sintomo difficile da definire: molto simile alla vertigine soggettiva, si caratterizza per la percezione – spesso definita dal paziente – di ‘‘vuoto nella testa’’, oppure ‘‘cadere dentro’’, con senso (non sempre presente) di rotazione più o meno marcata del capo.
    Le alterazioni dell’equilibrio vengono classificate in:Fibrillazione atriale, disturbi del ritmo cardiaco,

 

  • La vertigine è il sintomo più frequente che porta il paziente a recarsi dal medico e, secondo quanto pubblicato da Bisdorff nel 2009, la prevalenza a un anno degli episodi vertiginosi era del 48%, su una popolazione di adulti di età compresa tra i 18 e gli 86 anni, per i capogiri del 35, 6 %, 39 % per l’instabilità.

 

  • La prevalenza di tali sintomi aumenta con l’aumentare dell’età e raggiunge il 30% nelle persone di età superiore a 60 anni (2); inoltre, la presenza di capogiri e vertigini è indice predittivo di cadute (principale causa di morte accidentale in età superiore a 65 anni), nonché elemento di limitazione dell’automatismo nelle normali attività quotidiane per la paura di cadute.

 

  • É noto che le patologie cardiovascolari provocano vertigini (9) ma non è ben chiaro con quale frequenza tali vertigini siano vere vertigini o condizioni di disagio associato a malesseri o, addirittura, a episodi sincopali. Il paziente che si rivolge al medico utilizza il termine vertigine per indicare un disturbo dell’equilibrio ma non riesce a specificarne le caratteristiche, la durata, lo scenario di insorgenza dei sintomi. É pertanto necessaria un’attenta e completa anamnesi per un corretto inquadramento clinico-diagnostico: occorre indagare sulla durata dei sintomi (pochi secondi o diverse ore) e sugli eventuali fattori scatenanti (movimenti del capo, processi infiammatori). L’approccio alla “qualità dei sintomi” indirizzerà la diagnostica successiva. Tuttavia, va sottolineato che, di rado la vertigine è considerata espressione di patologia cardiovascolare benché citata come sintomo in molteplici patologie cardiache e spesso accompagnata da problemi .
    Il valore diagnostico degli esami strumentali e l’interpretazione dei risultati è fondamentale per una corretta diagnosi e terapia della vertigine cardiovascolare, nonché per una stratificazione del rischio di eventi avversi..

 

In alcuni casi si riferiscono  perdita di coscienza transitoria senza caduta (perchè il paziente era a letto) concomitava sudorazione profusa. Il paziente, contattato per controllo, sostiene dii trovarsi in vacanza e che al suo rientro verrà a controllo, l’unico sintomo avvertito? Solo le vertigini ma occasionali.
Dopo qualche settimana, il paziente viene edotto dei risultati  e della necessità di impiantare un Pace-maker  definitivo e quindi ricoverato per eseguire la procedura.

Altri casi evidenziano “nevrosi fobico ossessiva” o disturbi neurologici/psichiatrici con problemi ossessivo-compulsivi cui si aggiungo altri sintomi come parrkinson secondario. per controllo e rivalutazione terapeutica.
Eseguito controllo il paziente, si mostra restio ad accettare le modifiche alla terapia e preferisce consultare altri specialisti, i quali, non potendo accedere ai dati del loop recorder, si astengono dall’apportare modifiche terapeutiche. Perciò il paziente continua, nonostante l’aumento della sintomatologia vertiginosa, le sue normali abitudini di vita e continua a guidare l’automobile.

Anche l’artrosi diffusa alla schiena e allo scheletro può generare vertigini. Come pure i problemi dell’udito.

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