Conte rischia davvero la poltrona di premier a cui tiene molto, ma la sua esperienza pare sia giunta al  capolinea: è l’ora di un Presidente che garantisca davvero il Paese in un momento così difficile, soprattutto  per l’economia


  • A cura di Giuseppe Stella ed Emilio Oliverio Scali

L’Italia è in affanno, l’economia è ferma, anzi fermissima, abbiamo un Pil incredibilmente negativo (l’ultimo) a causa della pandemia ma anche per via del blocco delle attività a ripetizione per colpa del covid. Ciò che a molti italiani appare è però un’esagerazione…voluta. Ma non si può vivere sempre così. E’ necessario trovare il sistema per continuare a lavorare, altrimenti il Paese, già in recessione, rischia il collasso e l’affondamento definitivo: il turismo è in affanno, l’agricoltura pure, comprese le sue filiere compromesse, la ristorazione è stata colpita al cuore mortalmente, i musei, teatri, spettacoli, sport e quant’altro boccheggiano. Insomma, questa situazione venutasi a creare è peggiore di quello che potrebbe provocare una guerra in piena regola o lo stesso virus. E così, senza badare all’economia, allo sviluppo e al lavoro (come si è fatto sinora) non si può più continuare ad andare avanti; tra l’altro con un premier digiuno di politica, di economia e sviluppo che rinvia sempre tutto a data da destinarsi e che ancora non ha approntato i programmi dettagliati sulle riforme della Giustizia, delle Finanze, del Fisco, della Scuola e della Sanità, c’è poco di che stare allegri. Quelle riforme e i relativi progetti non risulta ci siano ancora, abbiamo solo alcune bozze generiche sulle spese generali e la ripartizione, ma i conti non tornano perché pare che una massa notevole di miliardi 120-130 (se queste cifre fossero vere: le cambiano continuamente dal giorno alla notte) siano destinati solo a “digitalizzazione e green” e sulle altre (LAVORO, SVILUPPO E OCCUPAZIONE) non  si capisce cosa si vorrà veramente fare in concreto e con conti alla mano come pretende giustamente l’Ue.

Qui non si tratta di fare propaganda o meno occorre che si sviluppino progetti seri e fattibili e all’orizzonte non si vedono, tra i ministri in carica, persone in grado di portare avanti da soli queste grandi operazioni finanziarie che interessano tutto il Paese e soprattutto gli italiani di oggi e di domani che saranno poi chiamati a dover pagare.

Non solo, risulta che si siano già spesi circa 140 miliardi: una cifra enorme, con leggi fatte più per forme svariate di assistenzialismo e con bonus a pioggia riguardanti monopattini, bici, sedie a rotelle e simili amenità. Aiutare chi ha bisogno è lecito e normale ma sperperare il denaro pubblico no senza ritorni significativi. E qui dovrebbe intervenire la giurisdizione che controlla i conti dello Stato per verificare se ci sono danni erariali di cui qualcuno prima o poi dovrà rispondere in uno Stato di diritto.

A parte questo, dal lato squisitamente politico, l’attuale premier non pare più essere la persona  adatta a proseguire nel suo incarico perché la sua stagione è finita qui. Ora sono necessarie persone all’altezza del compito: tecnici molto capaci che mettano subito mano alle riforme e le presentino all’Ue immediatamente poiché altrimenti rischieremo davvero di non avere più i fondi del recovery plan; e in successione personaggi in grado di far eseguire detti programmi in pratica senza ulteriori perdite di tempo…Conte ne ha perduto già molto e questa crisi se lui rassegnava subito le dimissioni, come avrebbe dovuto fare sin dall’inizio della bufera, sarebbe stata già risolta. Invece no, ha continuato a fare come ha sempre fatto: rinviare, rinviare, rinviare e tirare a campare.

Il Presidente Mattarella oggi pomeriggio aprirà la crisi e la concluderà venerdì prossimo, tempi – dicono le opposizioni – che a precedenti governi non ha mai consentito. Deciderà per un governo tecnico che ci accompagni poi alle elezioni anticipate oppure si continuerà con lo stesso andazzo? Le scommesse sono aperte a tutti…!!!

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