Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito un
provvedimento di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale emesso dalla
Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale capitolino, su proposta della Direzione
Distrettuale Antimafia di Roma, finalizzato al sequestro di attività commerciali,
immobili e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 2 milioni di
euro, riconducibili a VIRZI Alessandro (classe 1973), narcotrafficante romano membro di
una importante rete internazionale di trafficanti di sostanze stupefacenti.
La figura del VIRZI era emersa nelle indagini condotte nell’ambito dell’operazione “Crazy
Hill”, eseguita dal II Gruppo delle Fiamme Gialle e coordinata dalla D.D.A., che, nel 2015,
aveva consentito di sgominare un potente sodalizio criminale con base a Roma e contatti
operativi in Germania, Olanda, Spagna e Inghilterra, in grado di organizzare spedizioni via
container o via aerea di ingenti quantitativi di cocaina provenienti dal Sud America
(Colombia, Argentina e Brasile).
Per fornire un’idea della caratura dell’associazione, si evidenzia che nel corso delle indagini
(biennio 2014-2015) erano stati effettuati sequestri per un ammontare complessivo di
oltre 1000 chili di cocaina:
32 kg presso l’aeroporto di Malpensa;
42 kg all’aeroporto di Fiumicino;
16 Kg nel porto di Anversa (Belgio);
170 presso il porto di Rotterdam (Olanda);
317 kg nei porti di Emden e Amburgo (Germania);
450 kg nel porto di Gioia Tauro;
ed era stato accertato il tentativo di introdurre ulteriori 135 kg di cocaina in Italia presso il
porto di Livorno.
Nel corso delle indagini era stato provato che l’organizzazione aveva a disposizione ingenti
risorse finanziarie, funzionali al perfezionamento delle importazioni (pagamento delle
spedizioni via container, dei carichi di copertura, dei viaggi aerei e dei soggiorni all’estero
degli intermediari), nonché al ripianamento delle perdite subite per le operazioni non
concluse.
Durante tutta la fase investigativa era emerso che il VIRZI era colui che, per conto
dell’organizzazione, curava la logistica dell’introduzione della sostanza stupefacente nel
territorio nazionale occupandosi di organizzare le fasi del trasporto e di monitorare i carichi
durante il loro viaggio verso l’Italia.
Lo stesso, inoltre, forte anche di un curriculum criminale di tutto rispetto, era anche l’uomo
preposto ad acquisire illegittimamente informazioni esistenti nei terminali delle Forze
dell’Ordine al fine di metterle a disposizione dell’associazione.
Proprio partendo da tali evidenze, considerate le notevoli somme di denaro a disposizione
dell’organizzazione e tenuto conto che il VIRZI, nell’arco degli ultimi 20 anni, ha dichiarato
redditi modesti o addirittura nulli, la D.D.A. ha delegato alle Fiamme Gialle l’esecuzione di
indagini patrimoniali finalizzate ad individuare il reale patrimonio dell’indagato.
Le investigazioni, estese anche al nucleo familiare e ai suoi “prestanome”, hanno consentito
di accertare la sussistenza di una significativa sproporzione tra i redditi dichiarati ed il
profilo economico dei soggetti investigati.
Nel dettaglio, attraverso minuziosi ed approfonditi accertamenti bancari, estesi anche a
diversi prestanome del VIRZI è stato appurato che lo stesso, nel citato periodo, ha
acquistato una società di promozione pubblicitaria e due società immobiliari tutte operanti a
Roma, una rivendita di tabacchi sempre ubicata nella Capitale, 7 fabbricati (3 a Roma, 1 a
Frascati e 3 a Pomezia) nonché un importante bar ubicato a Frascati (RM).
Durante l’analisi patrimoniale è emerso che il VIRZI, si è servito anche del canale costituito
dalle scommesse sportive, in particolare è stato accertato che tra il 2011 e il 2013 ha avuto
diversi conti gioco accesi, sia con società italiane che di diritto estero, con i quali ha
effettuato giocate per oltre 63 mila euro riportando vincite per 60 mila euro.
Tale pratica è da tempo sotto i riflettori degli investigatori in quanto considerata come una
delle modalità più sicure per impiegare denaro “sporco” pronto per essere investito in attività
lecite.
Le scommesse, infatti, possono essere adoperate quale strumento di riciclaggio nella
misura in cui il soggetto si orienti verso forme di puntate sicure (c.d. surebet) ovvero
suddividendo e bilanciando le somme da giocare.
L’indagato, inoltre, ha investito nella sua seconda passione, ovvero quella calcistica.
Nel dettaglio, poiché nel corso degli anni ha ricoperto la carica di presidente di due società
calcistiche dell’hinterland romano, approfittando delle entrature nell’ambiente calcistico, con
il ricorso all’escamotage delle polizze fideiussorie, è riuscito a celare il reimpiego di risorse
di provenienza illecita.
Pertanto, il Tribunale di Roma ha disposto il sequestro finalizzato alla confisca dei beni
acquisiti in un arco temporale nel quale il proposto e gli altri soggetti sottoposti ad
accertamento non disponevano di mezzi finanziari sufficienti al loro pagamento.
L’operazione conferma l’efficacia dell’azione svolta dall’Autorità Giudiziaria e dalla Guardia
di Finanza di Roma per sottrarre alla criminalità organizzata i patrimoni illecitamente
accumulati, a tutela dell’economia legale e degli imprenditori onesti.
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