Francesco, il Papa che non finisce mai di emozionare


— Piazza san Pietro durante la Via Crucis —

 

“Non tutto il male viene per nuocere”. Ci verrebbe da commentare così il pensiero di vedere nella maestosa, illuminata e illuminante Piazza San Pietro (anziché al Colosseo per evitare contagiosi assembramenti covid) una Via Crucis moderna, partecipata, emozionante in tutti gli aspetti religiosi di una passione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo, capace di abbinare il dolore e la fatica di portare una croce rivista in un umano sentire carico di sentimenti. L’anno scorso è stata la volta degli ultimi come i carcerati, i quali hanno espresso pensieri e pentimenti di chi ha saputo riconoscere pubblicamente davanti alla sofferenza di avere sbagliato, rinnovando il proponimento di non volere più cadere nell’errore di delinquere e cedere al peccato. Quest’anno, invece, i protagonisti della Via Crucis del Venerdì Santo guidata da Papa Francesco sono stati i più piccoli, i bambini che con i loro testi e commenti alle quattordici stazioni, hanno messo in rilievo l’improvvisa morte di un nonno che non hanno più potuto vedere dopo la morte, il bullismo, i dispiaceri per i litigi in famiglia, le delusioni, ma anche l’amicizia con un compagno straniero che induce a sentire nel profondo la gioia di donare. Alla base di tutto c’è il dolore del nostro tempo legato alla pandemia di Covid, c’è la solitudine, c’è il dolore, tutte manifestazioni che ci accompagnano insieme al significato profondo del sacrificio, della sofferenza di Nostro Signore Gesù Cristo e al peso di una Croce da portare che è il simbolo della nostra Cristianità. E se tutti questi sentimenti profondi nascono proprio dai bambini, allora pensi a meditazioni che nella loro semplicità e concretezza toccano il cuore, commuovono e, soprattutto, fanno riflettere molto. Dalla seconda stazione in cui Gesù è caricato della Croce, alla XIV stazione in cui il corpo di Gesù è posto nel Sepolcro c’è l’esempio nel seguire la semplicità, l’amore, la purezza di pensiero che lo stesso Gesù ha indicato come strada da percorrere per entrare nel Regno dei Cieli. Già, la vita oltre la morte terrena. Un must di Fede Cristiana che ci indirizza a spogliarci del male e fare entrare in noi lo spirito della purezza, della tenerezza e forse anche di quella sana ingenuità tipica dei bambini. E’ un riscontro che spesso emerge nei discorsi di Papa Francesco, l’umiltà e la tenerezza verso gli ultimi, i più bisognosi, perché lì c’è Dio. Ecco, questa Via Crucis del Venerdì Santo, così come ci viene riproposta da Francesco ogni anno, sa di maggiore partecipazione, di accostamento alla sofferenza di quelle XIV Stazioni vissute da Gesù Cristo che si esprime nella similitudine di ciò che stiamo vivendo nel nostro tempo. La Fede Cristiana come unica strada per sentire Dio accanto a noi, soprattutto nella sofferenza, nelle ingiustizie, nei tradimenti e in quelle figure immortali in cui si identifica l’immagine di Ponzio Pilato, capace di lavarsene le mani nel momento in cui c’era necessità di difendere il senso di giustizia. Tutte cose che ci hanno fatto riflettere che i fatti, la storia e le varie figure legate alla Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo, non sono altro che il senso della nostra vita dal momento in cui nasciamo fino alla nostra morte. Poi, se in tutto questo moltiplicarsi di riflessioni che avvengono in una Piazza San Pietro illuminata a giorno con Papa Francesco che spesso ha fatto pensare alla solitudine e la voce dei bimbi che con i loro pensieri scritti ed elaborati scavano le nostre coscienze, crediamo proprio che questo è il vero modo di seguire i passi concreti della nostra Pasqua Cristiana.

Salvino Cavallaro                 

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