“Della gentilezza e del coraggio. Breviario di politica e altre cose” di Gianrico Carofiglio


— Foto: da sinistra, Salvino Cavallaro e Ganrico Carofiglio.

 

 

GIANRICO CAROFIGLIO.

L’ho incontrato qualche anno fa in occasione della presentazione di una delle sue tante opere letterarie alla Fiera del Libro di Torino. Il tempo di una foto insieme e qualche veloce scambio di vedute sulla sua vasta letteratura che si identifica sempre in uno stile personalizzato, capace di  distinguerlo per eleganza e forbite espressioni semantiche che a sentirle è un vero piacere. Un gentile signore, un galantuomo d’altri tempi, dove spicca l’educazione e il senso del rispetto dei valori. Ma Gianrico Carofiglio, ex magistrato e politico, è soprattutto scrittore di romanzi che affascinano non solo per l’essenza di racconti sempre interessanti, ma anche per la linearità di una scrittura che scorre piacevolmente senza mai appesantire il lettore. Il 10 aprile scorso è uscito in edicola in abbinamento al Corriere della Sera, il volume “Della gentilezza e del coraggio. Breviario di politica e di altre cose” che si potrà trovare con questa formula ancora per un mese sempre in edicola al costo di euro 9,90. Gentilezza e coraggio, due qualità/virtù che sono strettamente connesse tra di loro e appaiono indispensabili per diventare un cittadino libero e consapevole. In questo suo breviario Gianrico Carofiglio intende indicare una sorta di suggerimenti per la pratica della politica e del potere ma, soprattutto, per la critica sul potere stesso, dando modo ai cittadini di essere strutturati in maniera tale che attraverso la propria dignità possano capire, saper convivere, criticare, rispettare, scegliere e rifiutare. Una sorta di libero pensiero che mette in moto il proprio cervello senza influenze esterne che sanno di populistiche ed evanescenti promesse politiche. Tre temi caratterizzano questo volume: la gentilezza come metodo per affrontare e risolvere i vari conflitti e strumento indispensabile per produrre il senso delle relazioni umane, poi il coraggio come essenziale virtù civile e veicolo del cambiamento e, in ultimo, la capacità di porsi e di porre domande come nucleo del pensiero critico per una cittadinanza attiva. Una sorta di ascolto e rispetto del pensiero altrui, anche se poi non condiviso nella sostanza del senso critico. “La pratica della gentilezza non significa sottrarsi al conflitto, al contrario significa accettarlo, ricondurlo a regole, renderlo un mezzo di possibile progresso e non un evento di distruzione”, così si legge a proposito del tema riguardante la gentilezza. L’autore fa poi un netto distinguo tra comunicatori e manipolatori, dove gli incompetenti “sono inconsapevoli e ignoranti della propria ignoranza” mentre i competenti ”sono consapevoli della propria ignoranza”. Sembra un gioco di parole, ma non è così. Per quanto riguarda il coraggio e la paura, Carofiglio mette da parte le banali schematizzazioni e afferma che il coraggio è “il buon uso della paura e la reazione attiva ai pericoli individuali e collettivi”, mentre la paura “è la premessa del coraggio”. Tutte filosofie che si intersecano alle riflessioni dello scrittore sul tema della responsabilità civica. Un trattato di motivazioni psicologiche che inducono prima a capire bene di cosa si sta trattando e poi a far scaturire quello spirito critico che è la summa di tutta una serie di convincimenti legittimi e motivati dall’aver ponderato bene ogni cosa. E’ il breviario di politica e tante altre cose che Gianrico Carofiglio ci induce a conoscere bene prima di esprimere la propria critica o, peggio ancora, prima di lasciarsi abbindolare da chi ha interesse a portarci dalla sua parte.

Salvino Cavallaro                   

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