CARO BRUNETTA, BISOGNA SBUROCRATIZZARE IL PAESE AL PIU’ PRESTO, MA QUELLA ON-LINE (NUOVA BUROCRAZIA PIU’ SOFISTICATA )SI VA RIVELANDO GIA’ UN RIMEDIO PEGGIORE DEL MALE


      — Agenzia AGIM —

 

  — Giuseppe Stella —  E’ difficile semplificare…  molto piu’ difficile di quanto si possa pensare, complicare è invece più che agevole.

La digitalizzazione sta introducendo un tipo di burocrazia tecnocratica, un rimedio peggiore del male perché in questo caso abbiamo oltre un 30% di analfabeti del web, pensionati e simili, che sarebbero completamente esclusi dai processi di cambiamento che, che con la digitalizzazione, si vorrebbero introdurre.

Se vai in un ufficio pubblico, o anche in uno privato, e chiedi un’informazione ti rispondono così: vai su www…..it e trova tutto. Ma come si fa quando si ha di fronte una persona anziana di 70 anni e passa (ora la vita media si è allungata) che non capisce nulla di internet, informatica e di simili cose, ad imporgli di lavorare al computer? E’ come dire a una persoan qualunque  di mettersi a guidare un treno, un aereo o addirittura una nave. Sarei curioso di sapere Brunetta che tipo di riforma abbia in mente per la semplificazione burocratica, ciò che blocca il Paese che da decenni non decolla anche per queste ragioni.

Siamo d’accordo sul fatto che bisogna stimolare chi ha più meriti ma non sono certo i concorsi a stabilirlo, anche perché ci sono i raccomandati che si accaparrano in anteprima i posti in barba a chi magari ha maggiori capacità e un’eccellente preparazione empirica che va dimostrata sul campo. Poi ci sono anche i concorsi truccati: fatti di cronaca hanno nel passato e di recente dimostrato che concorsi per avvocati e per magistrati spesso sono stati lottizzati e truccati a dovere per favorire certe categorie di “baroni” nostrani.

 

La nuova stagione concorsuale annunciata da  Brunetta non mi pare sia la soluzione. I funzionari pubblici soprattutto devono essere selezionati per i titoli pratici (esperienza) che esibiscono, oltre al titolo di studio. E conta soprattutto la formula empirica di chi si vuole assumere (le cosiddette capacità).

 

Il ricambio generazionale non è che si possa fare con un colpo di bacchetta magica, il reclutamento di alte professionalità tecniche e amministrative necessita di selezioni semplici e rapidissime da affidare a una Commissione di gente che ne capisce.

La burocrazia, non dimentichiamolo paralizzo (insieme alla corruzione) l’antica Roma quando fu conquistata dai barbari (analfabeti) tedeschi che fecero cadere l’Impero romano d’Occidente in men che non si dica.

E dunque è un atavico problema italico che si tramanda e si perpetua da secoli e secoli.

La resilienza è l’adattabilità di un metallo alle lavorazioni varie, ma nel caso si riferisce all’adattabilità di un pubblico servizio al fine di non creare problemi all’utenza più di quanti già ve ne siano. E invece sta già avvenendo il contrario.

Un esempio: in qualsiasi ufficio si vada ti chiedono sempre carta d’identità e tessera sanitaria, anche se si è andati lì più volte e quindi i tuoi dati li hanno certamente registrati su internet. Una perdita di tempo per l’impiegato e il cittadino, costretto sempre a ripetere le stesse alienanti operazioni.

Non tutti hanno studiato bene la matematica, ma qui le semplificazioni sono essenziali e importantissime.

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Sappiamo tutti che Brunetta ha le sue idee ma la Pubblica Amministrazione non si salva licenziando i furbetti del cartellino, in Italia quello dei furbetti, che ci sono in tutti i settori, sia pubblici che privati, è costume consolidato e duro a morire. Cosa facciamo? Li licenziamo in blocco? Sarebbero milioni e milioni.

Il punteggio del titolo di studio? Del tutto inaffidabile e irrisorio: ci sono persone che non hanno studiato ma avevano talenti nascosti messi in luce dopo che, con esperienze da autodidatta, hanno realizzato imprese di livello e sono diventati persino Editori e produttori in campi come la musica e lo spettacolo. Che ve ne pare? Brunetta dovrebbe fare una proposta al ministro nuovo della Pubblica Istruzione: abolire i voti fino all’ultimo anno della maturità come avviene in Danimarca.

La Meritocrazia va dimostrata sul campo e dunque bisogna provare i soggetti da assumere per appurare cosa sono in grado di fare.

Chi è digitalizzato non è detto che sia in grado di progettare e creare…, forse costoro vivono in antitesi con la meritocrazia (altra cosa).

Le persone capaci di maneggiare uno strumento tecnologico in maniera giusta perché cresciute in un’era in cui si conoscono certi aggeggi, non significa trovarsi al cospetto di una persona tecnicamente e culturalmente evoluta.

Ma, lo capite, pure questa è cosa talmente generica da non poter essere ricondotta a un dato fattuale.

Ma come si può mai pensare che se i soggetti digitalizzati a “capocchia” (o in autonomia) non hanno mai fatto studi concreti a base informatica siano in grado di padroneggiare sul serio i sistemi del web, che sono complessi e mutevoli e tra l’altro cambiano di giorno in giorno metodiche e sistemi programmatici?

Tant’è che se uno entra in un ufficio oggi fra qualche anno dovrà aggiornarsi a sempre più sofisticati cambiamenti che spesso non migliorano la tecnocrazia ma la peggiorano burocratizzandola al massimo.

Ora il Recovery Plan ci chiede digitalizzazione e transizione ecologica: ma gli addetti ai lavori sanno di cosa parlano? Cosa significa digitalizzare e cambiare il tutto in senso ecologico? Mi pare che si stia discutendo di mere utopie: e che tipo di progetti occorrono per soddisfare le fantasie dell’Europa a guida germanica? E poi come si possono eseguire progetti faraonici in meno di 5 anni quando per una grande opera in Italia occorrono 3 o 4 lustri e passa?

Caro Brunetta, non è facile sburocratizzare e tu sai benissimo che la burocrazia (una bestia di sempre) è già entrata di brutto nel web ed è peggiore di quella cartacea che c’è sempre stata e non è facilmente eliminabile.

 

 

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