Il Ponte sullo Stretto? Una priorità assoluta per Calabria, Sicilia, per il resto del Continente e per il Mondo intero – Certe chiusure ideologiche dei grillini e di certa sinistra estrema non giovano alla Nazione


   — Agenzia AGIM —

   — Giuseppe Stella —  La Sicilia è il fronte del Mediterraneo e lo sbocco al mare per altri Continenti, impedire la costruzione di questa importantissima infrastruttura vuol dire negare all’Isola e al mondo maggiore sviluppo e coesione. Il Governo Draghi è chiamato a decidere anche su questo, al di là del Recovery plan e con il beneplacito dell’Intera Ue il cui compito essenziale è quello di promuovere lo sviluppo dell’alta velocità, dappertutto e nelle Regioni maggiormente bisognose,  in un momento in cui correre diventa sempre più necessario per l’economia asfittica delle regioni meridionali e che interessano l’intera Nazione (il beneficio ricadrebbe su tutto il Paese).

La Sicilia e il Mezzogiorno non possono stare eternamente col cappello in mano nella speranza che “qualcuno” (la politica?) decida ciò che è necessario attuare con la massima celerità possibile.

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, alla stampa ha ribadito che “il collegamento veloce nello Stretto è la nostra priorità, come ho già avuto modo di dire al ministro competente”.

Il Governatore dichiara che le Regioni su questo ancora non sono state ascoltate da nessuno e ogni programmazione è stata decisa a Roma (da chi?) a discapito della democrazia partecipata, non “diretta” (una burletta di Casaleggio e di Rousseau, un nichilista da strapazzo dei secoli andati).

“Ma le proteste – ha affermato Musumeci – le abbiamo fatte in sede di Conferenza delle Regioni, protestando anche personalmente con l’attuale presidente Draghi (che può decidere come vuole e nel migliore dei modi): per il tutto è stata attivata infatti una cabina di regia che dovrebbe definire gli obiettivi da raggiungere”.

Il Presidente siciliano Musumeci e la Regione Calabria da parte loro hanno inserito il Ponte sullo Stretto nei loro progetti e il ministro Giovannini è al corrente di tutto, soprattutto delle priorità della Sicilia che vanta, con la confinante terra dei Bruzi, circa 10 milioni di abitanti.

Il collegamento stabile tra le due sponde è fattibilissimo e i progetti sono stati fatti a regola d’arte nel corso di lunghissimi anni di studi.

Occorrono decisioni, non solo coraggiose, ma decisive ed incisive.

Se questo Governo di Unità Nazionale, così definito di fatto, a guida Draghi, decidesse definitivamente e senza appello per la realizzazione dell’opera il tutto passerebbe alla storia…e il nome del premier Draghi comparirebbe sui libri di scuola di oggi e di domani…, nei secoli a venire.

Ma chi è che si oppone all’opera?

E” chiaro: gli ambientalisti radicali legati ai grillini e a certa sinistra che non vuole le grandi opere, opere che non solo portano sviluppo ma anche posti di lavoro in una meridione che ha fame di occupazione da sempre. Ma anche settori del Pd e in particolare, come detto,  dei 5stelle: costoro, gli ultimi (in particolare) sono, per forma mentis, contrari ad ogni grande opera e vorrebbero tornare a vivere come si faceva nel Medioevo (anzi, quel periodo, nel rapporto, è stata una fucina rinascimentale importante nel mondo con gente di alta intelligenza e creatività che ha lottato per i vari ammodernamenti dell’Italia).

Queste due forze politiche (PD ed M5S) persino all’Ars e nella scorsa legislatura hanno votato un ordine del giorno contro l’opera.

E qui anche l’Ue si dovrebbe far sentire: il ponte è assoluta priorità, pure rispetto a tutto il Continente Europeo (27 Paesi).

Non si può più prescindere o rinviare sempre. L’Italia non può finire in Calabria, non ha senso tutto questo e l’isolazionismo non paga.

La Sicilia del resto è l’area di collegamento naturale col Mediterraneo e l’opera sarebbe cantierabile sin da subito.

Il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) che il nostro Paese è tenuto a presentare all’UE dovrà prevedere anche il Ponte sullo Stretto, in forma prioritaria e imprescindibile.

La Sicilia non può più rimanere isolata dal resto del Continente.

CHI HA IPOTIZZATO UN PONTE SOMMERSO LO HA FATTO PERCHE’ NON VUOLE CHE SI REALIZZI L’OPERA. CHI SONO? I GRILLINI ECOLOGISTI INFILTRATI AL GOVERNO, GRUPPI SINISTROSSI, OVVIAMENTE, CHE NON AMANO LAVORO E SVILUPPO E CHE VIVONO NEL LIMBO DELL’INCOSCIENZA

In un convegno sull’argomento si sono ricordati tutti i Ponti costruiti nel mondo negli ultimi 3 decenni: lo Scienziato e studioso Sebastiano Rampello ha escluso il ponte sommerso, definendolo di difficile realizzazione dal punto di vista tecnologico e anche per i lunghissimi tempi necessari alla sua realizzazione (ben 20 anni circa) ma ha asserito che la soluzione più idonea è decisamente l’opera a campata.

“Qualsiasi altra ipotesi – ha affermato lo scienziato – è un invito a voler tornare agli anni ’90…per non fare nulla”.

Un’argomentazione prettamente tecnica, accentrata soprattutto sull’aspetto ambientale, è stata poi avanzata dal Professore Francesco Karrer che ha argomentato tecnicamente sull’aspetto ambientale: “conservare il paesaggio? Non è sempre utile, anzi… Il mondo, dal tempo di Roma antica in poi è notevolmente cambiato e si sono realizzati paesaggi nuovi e belli voluti e creati dall’uomo…

Il tunnel allontana le due sponde invece di unirle, fisicamente e in forma visiva (argomentazioni validissime).

Dal punto di vista squisitamente politico è venuto fuori che la Regione Sicilia è in possesso del progetto di cui anche gli Stati Uniti sono al corrente, oltre che l’Ue ovviamente.

Quando col governo Conte2 si parlò del tunnel anche gli stupidi compresero che si voleva affossare la realizzazione del ponte a campata già cantierabile nell’immediato.

Un’opera che prima sarebbe costata 8 miliardi, ora 12.

Il progetto è anche ad alta mitigazione dell’impatto ambientale.

Ciò che renderebbe compatibile tutto il progetto.

Anche economicamente è conveniente perché l’opera si pagherebbe col pedaggio previsto per l’attraversamento e le banche sarebbero garantite.

Il Ponte va inserito all’interno del Recovery Plan e lo deve sollecitare l’Europa nell’interesse globale per non frenare e condizionare lo sviluppo della Sicilia.

Le ideologie grilline si muovono contro le grandi infrastrutture (compreso il Ponte) e questo arreca gravissimi danni economici alla Nazione. I grillini vadano tutti a casa loro a far politica e gli italiani comprendano bene cosa rappresenta quel movimento di irresponsabili… e non li votino mai più. Sono ecologisti da strapazzo. Lo sviluppo del Sud è molto più importante di menti obnubilate da utopie incomprensibili.

A questo punto il ministero del Sud si deve dare seriamente una mossa insieme a quello delle infrastrutture e agire di concerto e con una certa urgenza. Non si può perdere più tempo.

Il Premier Mario Draghi è la garanzia, decidano lui e il Presidente Mattarella: questo governo è di SALVEZZA NAZIONALE ed è nelle mani delle massime Istituzioni del Paese, presidenti di camera e Senato comprese.

Investire, investire, investire per lo sviluppo del Paese.

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Il Ponte sullo Stretto – osserva  ancora il Presidente degli Ingegneri – è immediatamente fattibile e solo se si volesse si potrebbe collegare benissimo la Sicilia alla Tunisia…

I grillini? Se ne vadano a raccogliere bacche nei boschi.

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