Stupro di gruppo di Ciro Grillo e dei suoi 3 coetanei in Sardegna 2 anni fa. Il Gup a breve deciderà, come chiede la Procura, se rinviare a giudizio i quattro ragazzi denunciati dalla 19enne?


 — Foto: Ciro Grillo — 

 — A cura di Giuseppe Stella —

— Intanto, divampa la polemica politica contro Beppe Grillo per la sua virulenta difesa del figlio e dei suoi 3 coetanei sui social e parla di “ragazzi coglioni” e non stupratori con attacchi anche alla magistratura.

 

La vicenda di Ciro, il figlio di Beppe Grillo, in questi giorni è esplosa in modo dirompente dopo circa due anni dalla presunta violenza di gruppo (lui + 3 suoi amici coetanei) a una giovane ragazza 19enne italo-svedese in una delle due case del comico genovese in Sardegna (Galluria). Ciro e gli altri 3, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, sono indagati dalla Procura competente che, a chiusura indagini intende chiedere il rinvio a giudizio dei quattro ragazzi “in mutante che si divertivano” (come li ha definiti Beppe Grillo in un veemente sfogo su Facebook in difesa del figlio e di attacco alla magistratura interessata al caso).

La Procura di Tempio Pausania li ha accusati di stupro di gruppo su denuncia della ragazza (un’aggravante in quanto il reato non è stato commesso da una sola persona).

Ecco il racconto di ciò che è emerso dalle indagini:

tutto inizia nel 2019, tra il 16 e il 17 luglio. Il figlio di Grillo, Ciro; Edoardo Capitta; Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria; conoscono al Billionaire (una notissima discoteca) due studentesse (l’italosvedese S. J. e R.M., ambedue di 19 anni). I 6 ragazzi – da quel che si sa –  a fine serata vanno a casa di Ciro (di proprietà del padre Beppe) e iniziano a bere vari superalcolici.

Dai fatti risulta che una delle due ragazze, R. M., si mette a dormire. L’altra, invece, denuncerà in seguito, pare dopo 8 giorni dall’avvenimento, di essere stata violentata dai quattro. I giovani presunti violentatori ammettono di aver fatto sesso di gruppo, ma affermano che la ragazza fosse consenziente e consapevole.

Come prova asseriscono che prima ci fu il rapporto con uno di loro, poi di essere usciti tutti fuori per acquistare le sigarette e di essere subito rientrati a casa.

Solo in seguito gli altri tre amici avrebbero avuto “rapporti consenzienti”. Questa ovviamente è la loro versione…

L’accusa invece, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sostiene che i quattro partecipano allo stupro di gruppo dopo che il giovane Corsiglia tenta

di avere un rapporto sessuale con la ragazza persuasa ad andare in camera da letto con lui a prendere delle coperte. Lei dapprima lo respinge ma poi in un’altra stanza soccombe alle violente brame del ragazzo che a questo punto riesce a violentarla. Gli altri ragazzi la bloccano mentre lei tenta di allontanarsi.

In seguito, i tre giovani inducono con la forza – in base a quanto verbalizzato nella denuncia dalla 19enne – la ragazza a bere vodka, afferrandola violentemente per i capelli e costringendola a subire ripetuti atti sessuali con ognuno di loro.

Insomma, nei riscontri della Procura esistono elementi di prova che la povera ragazza, che non era sobria perché indotta (o peggio costretta?) a bere alcolici forti dai “4 amici occasionali” perché si lasciasse andare, sia stata violentata e stuprata contro la sua volontà. Del resto, la difesa a spada tratta del padre di Ciro (Beppe Grillo), che difende i 4, in particolare il figlio, con veemenza attaccando i giudici sui social, in questi giorni sta facendo scalpore perché mira ad accusare la ragazza per essersi lasciata coinvolgere volontariamente in un cosiddetto “amore di gruppo”(accusa fondata o difesa a tutti i costi del figlio e degli altri tre coetanei?): ma quattro ragazzi “coglioni” (così definiti dal comico) possono mai pensare che si possa ritenere valida la versione data del “consenso della vittima”? Se ci fosse stato un rapporto volontario perché mai la ragazza, appena 19enne, avrebbe poi sporto denuncia di stupro e violenza contro quattro suoi coetanei, tra l’altro appena conosciuti in via occasionale, come già detto, in discoteca?

Giulia Bongiorno, l’avvocatessa della ragazza violentata, sostiene invece che la difesa del padre di Ciro offende non solo la vittima, che diventerebbe colpevole, ma la sua famiglia, affranta e costernata da tutta la vicenda, ma anche la giustizia e l’intelligenza di ognuno.

Ma la faccenda ormai è diventata politica e tutti attaccano Beppe Grillo per la sua uscita pubblica e per la difesa ad oltranza del figlio da un’accusa circostanziata. Il comico come “politico”(!!!), giustizialista per natura, come lo sono i suoi aderenti, non può però esserlo solo coi suoi nemici politici o privati e non quando ci sono di mezzo lui, i suoi amici grillini e i familiari (che sbagliano…). Nessuno sinora vuol mettere la croce a Ciro, sarà il processo, se ci sarà (lo deciderà a breve il Gup), a valutare prove contro e opposizioni della difesa. Fatto si è che la vicenda, che si è consumata circa due anni fa, ha dell’incredibile perché accusare di consensualità sessuale una ragazza appena 19enne potrebbe valere per uno o per un triangolo (che si fanno oggigiorno e non da ora): ma chi fa queste cose volontariamente o per libidine insaziabile di certo poi non sporge denuncia per stupro e violenza. Almeno per logiche conclusioni.

Dopo il video Grillo è stato attaccato da Maria Elena Boschi di Italia Viva, dalla Lega di salvini, da Fi e da altri. Il leader del M5s Giuseppe Conte però ha criticato invece il fondatore del suo partito per l’inopportunità del suo sfogo di padre (comprensibile se si vuole) ma del tutto gratuito e inopportuno, anche per lo stile particolarmente aggressivo e veemente.

 

 

 

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